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  • Immagine del redattoreDaniele Gianotti

Annunciazione























Le parole dell’angelo Tu non sei più vicina a Dio di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende benedette le mani Nascono chiare a te dal manto; luminoso contorno: Io sono la rugiada, il giorno, ma tu, tu sei la pianta. Sono stanco ora, la strada è lunga, perdonami, ho scordato quello che il Grande alto sul sole e sul trono gemmato, manda a te, meditante (mi ha vinto la vertigine). Vedi: io sono l’origine, ma tu, tu sei la pianta. Ho steso ora le ali, sono nella casa modesta immenso; quasi manca lo spazio alla mia grande veste. Pur non mai fosti sola, vedi: appena mi senti; nel bosco io sono mite vento, ma tu, tu sei la pianta. Gli angeli tutti sono presi da un nuovo turbamento: certo non fu mai così intenso e vago il desiderio. Forse qualcosa ora s’annunzia che in sogno tu comprendi. Salute a te, l’anima vede: ora sei pronta e attendi. Tu sei la grande, eccelsa porta, verranno ad aprirti presto. Tu che il mio canto intendi sola: in te si perde la mia parola come nella foresta. Sono venuto a compiere la visione santa. Dio mi guarda, mi abbacina… Ma tu, tu sei la pianta. R. M. Rilke (1875-1926), da Il libro delle immagini, II, i. Versione italiana di G. Cacciapaglia, in R. M. Rilke, Poesie, I, Einaudi, Torino 1994, 353-355.

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