Daniele Gianotti
Ancora i nostri fratelli monaci…

So di essere un po’ ripetitivo, ma non mi sembra che sia già arrivato il momento di lasciar cadere questa memoria. 21 maggio: diciassettesimo anniversario della morte dei monaci dell’Atlas, i trappisti di Tibhirine, in Algeria.
Così, nel foglio i presentazione del monastero agli ospiti, sotto la frase del profeta (e del vangelo) “La mia casa è casa di preghiera per tutti i popoli” (Lc 19,46; Is 56,7), presentavano la loro vocazione:
Ospiti del popolo algerino, musulmano nella quasi totalità, questi fratelli vorrebbero contribuire a testimoniare che la pace tra i popoli è un dono di Dio fatto agli uomini di ogni luogo e di ogni tempo e che spetta ai credenti, qui e ora, rendere manifesto questo dono inalienabile, in particolar modo attraverso la qualità del loro rispetto reciproco e il sostegno esigente di una sana e feconda emulazione spirituale. Accanto agli oranti dell’Islam, essi fanno professione di celebrare, giorno e notte, questa comunione in divenire e di non stancarsi di accoglierne i segni, come eterni mendicanti d’amore, per tutta la loro vita, se così piace a Dio, nel recinto di questo monastero dedicato a Maria, madre di Gesù, sotto l’appellativo di Notre-Dame-de-l’Atlas.